Uno studio americano del 2009 pubblicato sulla rivista Cancer evidenziava che l’incidenza dei divorzi per le coppie colpite dal cancro è pari al 12%. Dato che se ad ammalarsi è la donna sale al 21%, se ad ammalarsi l’uomo scende al 3%. La separazione è più frequente tra le coppie giovani di età o durata, mentre quelle più consolidate nel tempo resistono maggiormente. Altro dato da non sottovalutare è che la separazione condiziona negativamente il percorso di cure del paziente. Una persona sola, infatti, ha maggiori probabilità di venire ricoverati in ospedale e minori chance di partecipare a sperimentazioni o di sottoporsi a diversi cicli di trattamenti.
Raccogliendo esperienze personali di vari pazienti il fattore comune che determina la distanza che si va a creare, all’interno della coppia, è la mancanza di dialogo. Troppo spesso il malato oncologico non si sente compreso proprio dal partner che ha accanto. Non riuscire a condividere paure ed esigenze crea un senso di solitudine che velocemente diventa vuoto e che risucchia la coppia.
Il dato positivo è che spesso a seguita di una seppur dolorosa rottura, il paziente riesce a costruirsi un rapporto affettivo ed una vita molto più appagante e serena.
Simona Laudani